mercoledì,30 Ottobre,2024
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Importare coronavirus: che gusto!

Avevo prenotato a gennaio, due settimane in Grecia ad agosto. Non ho fatto l’assicurazione, ma non mi interessa se perdo la caparra. Non ho nessuna intenzione di andarci

Le parole qui sopra sono di un amico che dopo aver passato come tutti due mesi chiuso in casa ha deciso di rinunciare alle sue vacanze, programmate da mesi, per paura. Sì, avete letto bene: ha paura di andare in Grecia. Ed io personalmente lo capisco. Benissimo.

Non è evidentemente così per tutti, visto che anche questa mattina si legge che la comitiva tornata dalla Croazia, da Ibizia e da Corfù è risultata positiva. Un genitore ha scritto “mio figlio è tornato positivo dalla vacanza: ora sono in quarantena anche io“. Ma va?

Da genitore, mi verrebbe da dire che forse, lo ripeto, forse, sarebbe stato il caso di intervenire prima quando il figlio ha annunciato la sua vacanza e magari consigliargli di evitare.

Da ex ragazzo posso dire che forse mi sarei trovato anche io, ventenne, nel dubbio di perdere la caparra, fare la figura del fifone con gli amici, con la ragazza… ecco, io che a vent’anni pensavo di essere superman… avrei rinunciato. Di sicuro. A dirla tutta, io a vent’anni non sarei mai andato in Grecia nè in Spagna, ma tant’è, io sono quello strano.

Ma poi, scusate, non ci siamo riempiti la bocca per mesi con Italia, stiamo qui, privilegiamo le nostre cose, il nostro mare, etc… e poi? Finita la moda tutti, nuovamente, all’estero?

Per inciso: potete girare dove volete, in qualsiasi parte del mondo, ma il mare, i territori, le montagne, i laghi, il cibo, il vino, l’arte che trovate in Italia, da qualsiasi altra parte potete sognarvelo. Ma se proprio proprio volete andare via, una lettura veloce di qualche giornale e capire che forse ci sono dei posti da evitare?

Andare in Spagna oggi per esempio è come se il 10 agosto del 1990 avessi detto: “non ho mai visto l’Iraq: ho prenotato un giro turistico, vado lo stesso. Al massimo incontrerò qualche americano in più”. Davvero fatico a capire.

Perchè poi, diciamocela tutta, non è solo una questione personale: sappiamo come funziona, ormai, questo virus. Torni da Ibiza, sei giovane, neanche sai di averlo preso, scopri che sei positivo, ti chiudono in casa dove lo attacchi ai parenti, costretti in casa con te.

Non è una vacanza la quarantena: è una fardello osceno che dobbiamo sopportare e le cui conseguenze vanno ben oltre il piacere di quattro tuffi nel mare spagnolo.

importazione coronavirus
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