Milaseniamo un po’: “Ciar d’oeuv”, “Cicciorà” e “Commenda”. A proseguire da un lato il concetto di praticità di questa lingua e dall’altro il richiamo a suoni onomatopeici. E poi non poteva mancare un grande classico. Perché “il commenda” è una proprietà assoluta de Milan! Buona lettura.
Ciar d’oeuv: albume. Onde evitare qualunque dubbio, il milanese specifica i termini. La parola albume potrebbe far sorgere qualche dubbio. Ma el ciar d’oeuv (il chiaro dell’uovo), sicuramente meno dotto della sua traduzione italiana, non lascia spazio all’immaginazione. E il tuorlo? Ovviamente si dice el ross de l’oeuv.
Cicciorà: bisbigliare. Quel “cicicicicicici” che si sente quando le persone parlano sottovoce ha dato vita a questo termine onomatopeico. Da non confondere con “cicciarà “ che significa “chiacchierare”. E quindi “Cicciarèmm on ciccinin, ma senza cicciorà! (chiacchieriamo un pochino, ma senza bisbigliare).
Ciolla: Ingenuo/sprovveduto. “Grand(e), gròss(o) e ciolla!” è un classico. E’ quel ragazzotto poco sveglio, introverso, grande e grosso che tutti prendono in giro e che fondamentalmente è un buono. Il problema è che si fa fregare sempre e quindi, alla fine, gli viene affibbiato l’appellativo di ciolla! Ma siamo in grado di auto affliggercelo: quando sbagliamo e ce ne rendiamo conto, ci diamo volentieri del ciolla da soli!
Commenda: commendatore. (sta per Commendador). Questo termine non viene per forza utilizzato per indicare un commendatore. Definisce infatti l’imprenditore che si è fatto da sé, il borghese di adozione. El commenda è quello col macchinone, con la fabbrichetta, con il rolex d’oro bene in vista, la faccia abbronzata e la parlata brianzola. In altre parole, è il papà del bauscia… Nel cinema italiano, ha avuto il volto e la voce di Guido Nicheli (1935-2007 ). L’attore lombardo, deve la sua fama proprio a quel ruolo, che sembrava disegnato su misura per lui e che ha interpretato sempre con la giusta ironia, a partire dal Commenda Zampetti ne “I Ragazzi della terza C”. Taaccc!