Ho sempre difeso i mezzi pubblici. E credo che continuerò a farlo.
A Milano metro, bus e tram oltre al passante offrono la comodità di arrivare più o meno ovunque. Non nascondo, anche perchè lo scrivo un po’ ovunque, che normalmente mi sposto con lo scooter, macinando chilometri e chilometri per le vie milanesi. Capita però che debba prendere i mezzi. E ieri è stata una di quelle giornate.
Ore 21.40, arrivo alla stazione di Udine. Timbro il biglietto, scendo le scale e vedo un po’ di gente. Penso che il treno sia quasi in arrivo. Una speranza che svanisce non appena arrivato sulla banchina leggo che il primo treno arriverà tra 12 minuti. Un po’ tanti penso, ma tutto sommato sono quasi le 22 e non è che abbia tutta questa fretta.
Finalmente arriva il treno, pieno quasi come all’ora di punta. Salgo, trovo uno spazio dove stare ed in quel momento il macchinista comunica che dovrà stare fermo fino a nuovo ordine: stanno facendo dei lavori e si viaggia su un solo binario.
Non so onestamente quanto sia stato fermo, ma grosso modo non credo molto meno dell’attesa in banchina. Ovviamente io, come la maggior parte delle persone sul vagone, sono vestito con maglione e giubbotto. Peccato che la temperatura in metro sia quella registrata a giugno a Luxor. Si suda… tanto.
Finalmente si parte: per chi ha dimestichezza con quel pezzo della linea 2, saprà che Udine-Lambrate e Lambrate – Piola sono tra le più lunghe; ieri sera, complici i lavori, la velocità del treno doveva necessariamente essere ridotta. Nel tempo impiegato tra la mia fermata di partenza e la successiva, probabilmente con lo scooter avrei percorso, ammesso di poterlo fare, il traforo del Monte Bianco….
Dopo un tempo che fatico a calcolare arrivo a Garibaldi dove mi aspetta la M5 che per fortuna funziona a dovere e che attendo solo per 4 minuti. Il percorso Udine – San Siro di ieri sera è durato un’ora e venti minuti. Tanti, troppi a mio modesto parere.
E’ evidente che i lavori debbano essere fatti, così come è sacrosanto che sia preferibile farli durante la parte finale del servizio piuttosto che durante il giorno. Però visto che per fortuna la metro era piena di giovani che finalmente prediligono i mezzi pubblici a quelli privati per uscire la sera, forse uno “stimolo” per continuare su questa strada sarebbe opportuno.
Io, che giovane non sono più, uscito dalla metro ho promesso a me stesso che la sera qualsiasi sia la condizione meteo, il mio unico mezzo di trasporto sarà lo scooter.