Stereotipi: In psicologia, qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali.”
L’argomento richiederebbe enciclopedie colme di casi, ma per questa volta mi soffermo su quelli natalizi. A Milano ovviamente. Vediamo un attimo come i milanesi vengono visti, o per meglio dire immaginati, da chi non ha avuto modo di “toccare con mano” la milanesità.
Così, giusto per curiosità, sarebbe bello sapere se voi vi ritrovate in alcuni di questi….
E’ pensiero comune che a Milano la cena del 24, la vigilia, non rientri tra le abitudini dei milanesi. Esiste solo il pranzo. Il 25. A cui segue la partita a tombola ed al gioco dell’oca. Già il Mercante in Fiera viene visto male.
Presepe? What?? Il Presepe va nelle scuole, ma nelle case del milanese il protagonista è sempre e solo l’Albero. E fuori dalla porta di casa, è consentito al massimo un addobbo, piccolo e discreto.
Tra i tanti stereotipi, annoto anche quello che a Milano gli auguri si iniziano a fare il 24, la vigilia. Il 23 è ancora completamente lavorativo. (per inciso: il 24 diventa festivo dalle 18.00, giusto il tempo di andare a cercare i regali)
Tornando alle cose da mangiare: non ci si azzardi a parlare di pandoro. A Natale e fino a San Biagio nelle case dei milanesi si trova solo ed esclusivamente il panettone. Classico. Niente fronzoli.
Per i più piccoli, si sappia che Babbo Natale arriva la notte tra il 24 ed il 25. Impossibile quindi pensare che i regali si possano scartare la sera della vigilia: come è mai possibile farlo se non è ancora sceso dal camino?
E alla fine di questa breve classifica dei vari stereotipi di noi milanesi, l’ultimo, quello forse più leggendario, riproposto anche in varie salse nei film, spettacoli e battute. A noi milanesi le feste natalizie stanno sulle balle. Passi qualche ora di festa il giorno di Natale, ma vigilia, 25 e Sante Stefano tutti attaccati così, sono davvero troppo.