Una domenica in provincia di Milano

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provincia di Milano
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La provincia di Milano è davvero bella. Anche quando piove.

 

So cosa state pensando: dipende dalla zona. Ed è vero, non posso darvi torto: ci sono alcune zone che lasciano un po’ a desiderare, ma è anche vero che nella maggior parte dei casi si trovano dei luoghi davvero affascinanti.

Il problema vero, se me lo permettete, è che spesso questi luoghi non si conoscono abbastanza. Prendete tutto il pezzo lungo il naviglio grande: qui c’è da perdersi tra natura, arte e storia. E lo stesso vale dall’altra parte, lungo il naviglio della Martesana. Ed ovviamente non solo qui.

Quello che mi colpisce, oltre alle tante cose da vedere, è come la vita in provincia di Milano sia significativamente diversa rispetto alla “città”.

Vi porto un esempio, l’ultimo in ordine cronologico di questa mattina: entro a Cassinetta intorno alle 8.30 dopo aver volutamente percorso l’ultimo tratto di strada che da Albairate giunge qui passando in mezzo ai campi. Arrivo a ridosso del naviglio, mi fermo e condivido l’emozione di essere sul ciglio del Grande con una diretta Facebook.

Non ho detto una parola, stavo in silenzio mentre riprendevo perchè speravo che arrivasse anche a voi il suono di quella zona: l’acqua, gli uccellini, la pioggerellina,  un filo di vento… una pace meravigliosa.

Mi sono poi spostato nel paese sono entrato al bar e ho preso un caffè con la brioche. Nessuno che andava di fretta, gente che si fermava a chiaccherare, il barista che tra un caffè e l’altro diceva due parole e poi… “cosa è che volevi? Caffè o cappuccio?” una domanda che a Milano probabilmente mi avrebbe fatto venire la bile nelle cornee per il tempo perso.

Qui va tutto più piano. Anche le persone che ho incrociato impegnate a fare jogging: vi sembrerà strano ma sono diverse da quelle che lo fanno in un parco cittadino. Queste ultime vanno di fretta, non perchè siano più allenate, ma solo perchè dopo hanno altro da fare e vogliono svolgere il loro compito “salutista” il prima possibile. Qui invece vanno più piano e non hanno la benchè minima idea di cosa faranno dopo.

Certo, le mie sono tutte supposizioni o, se preferite, è una speranza. La speranza che davvero qui, in provincia di Milano, si viva così. Più tranquilli. Senza l’orologio in mano.

E prima di andarmene scatto questa foto che ho postato come copertina: quando l’ho scattata erano già passati 12 secondi (il conto alla rovescia inizia da 60). A Milano semafori così non ne abbiamo e onestamente non ho mai contato i secondi che passano dal rosso al verde, ma di una cosa sono convinto: se li mettessero anche da noi, basterebbe mezza giornata per far nascere una petizione per abbassare il tempo a 40.

Volete mettere quante cose può fare un milanese in 20 secondi?

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