Ca’ Longa: di ca’, case, a Milano ne abbiamo diverse, ma questa crediamo che possa essere talmente particolare da essere sfuggita all’attenzione di qualcuno.
Prima di entrare nel merito di questo posto, una precisazione per chi non mastica bene il milanese: longa vuol dire lunga, concetto molto diverso da grande. Tant’è che la Ca’ Granda è un’altra cosa ed in un’altra zona
Non siamo in pieno centro, ma poco ci manca: siamo in una zona che ultimamente sta cambiando non poco. Zona Paolo Sarpi, per la precisione via Piero della Francesca.
Ca’ Longa: una volta qui c’erano tanti orti
Al civico 34 ecco che troviamo la Ca’ Longa. Siamo nel pieno del borgo degli ortolani, alla faccia di chi vuole definire la zona China Town. Entrare in questo portone, vuol dire fare un balzo indietro nel tempo. Un tempo in cui, proprio come ci ricorda il nome Borgo dei Scigolatt, qui si coltivava di tutto, frutta e verdura.
Questa casa, il cui nome, Ca’ Longa, come dicevamo, è traducibile in casa lunga. Ed è facile capire il perchè. Una volta era una cascina, utilizzata come stalla per i cavalli che, muniti di carrozza, consegnavano la posta in giro per la città.
Nel corso del tempo divenne una casa. Di ringhiera diremmo. Proprio come ancora oggi la si può ammirare. Risparmiata miracolosamente dalle bombe della seconda guerra mondiale, conserva intatto il fascino della Milano di ieri.
Curioso pensare che possa esistere una casa così in questa parte della città: siamo più abituati a trovarle in zone più periferiche, magari a ridosso di uno dei nostri navigli. Ed invece…
Il suggerimento che possiamo darvi è quello di andare a vedere la Ca’ Longa con i vostri occhi. Leggere è certamente interessante, guardare le foto anche, ma “sentire” questa casa, con tutti i sensi che avete a disposizione, vale davvero il costo del biglietto.
Che non c’è.