Cascina Annone si trova in via Gattinara all’angolo con l’Alzaia Naviglio Pavese. L’edificio risale al XVII secolo e, molto probabilmente, ha preso il nome dalla famiglia Annoni.
La cascina ha una pianta a corte chiusa e comprende una palazzina per le abitazioni, le stalle, il fienile, un magazzino e dei fabbricati adibiti per l’accoglienza dei salariati. Esternamente c’erano l’aia e l’essiccatoio.
Nella cascina Annone la corte e l’aia sono collegate dalla Rosa, un porticato dove vi è un affresco della Vergine visibile ancora oggi. Guardando in alto notiamo una colombaia da dove un tempo una campanella scandiva i tempi dei lavoratori.
Grazie alla presenza di abbondanti corsi d’acqua i terreni venivano coltivati a marcite, e vi si seminava foraggio, mais, frumento e riso. Non solo il Naviglio ma anche il cavo Paimbro, la roggia Carlesca, il Naviglietto irrigavano generosamente i terreni coltivati.
Nella cascina Annone vigeva una gerarchia ben distinta e perfettamente funzionante: alla guida c’era un fattore che coordinava i lavori tramite il famiglio, responsabile delle stalle, il bolco, che si occupava dei buoi, il cavallante, che coordinava i salariati che si occupavano dei cavalli, e il camparo, responsabile delle acque e addetto al controllo della pulizia dei canali.
I vicini di Cascina Annone
In prossimità della Cascina Annone c’è la Cascina Basmetto e proprio per poter agevolare il raggiungimento del Mulino della Follazza da parte degli abitanti della cascina Basmetto venne costruita, nel 1865, la Passerella dell’Annone, un ponte che passava sopra al Naviglio Pavese.
Quello che vediamo oggi non è lo stesso ponte. Esso infatti è stato sostituito nel 1985 dopo aver constatato che il precedente non era più recuperabile. La corrosione aveva compromesso la sicurezza della struttura.
L’aspetto della cascina Annone oggi, purtroppo, è alquanto malandato. Ci auguriamo possa essere inclusa in qualche progetto di riqualificazione che la riporti agli antichi splendori. Diverse cascine di cui vi abbiamo già parlato sono state ristrutturate e usate a scopi comunitari. Quindi, perché no?