Cascina Brandezzata. Ci troviamo in via Ripamonti. Le origini della cascina risalgono al periodo compreso tra il marzo del 1397 e il febbraio del 1404. Vi è un documento, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano, dove viene nominata la Taberna de la Brandezzata come proprietà della Certosa di Pavia.
La Taberna verrà trasformata nella Cascina Brandezzata nel XV secolo e, secondo un censimento catastale del 1510, ha un’estensione di 27 ettari.
All’inizio del XVIII secolo la cascina appartiene alla famiglia Rossi. I possedimenti terrieri si sono quasi raddoppiati, si aggirano sui 50 ettari. Nell’agosto del 1843 Maria Ancilla Rossi, ultima discendente della famiglia, vende la proprietà all’Ospedale Maggiore di Milano.
La Cascina Brandezzata è costituita da un complesso unico formato dalla casa padronale, dalla dimora dei salariati, dalle stalle sovrastate dai fienili, dal deposito per gli attrezzi agricoli, dall’aia e da due cortili. Sul tetto della casa padronale, che si trova sul lato nord della corte, la presenza di un campaniletto a vela richiama l’attenzione su una caratteristica comune a molte cascine lombarde.
Cascina Brandezzata, seicento anni di storia
L’Ospedale Maggiore ha dato in affitto i terreni e gli edifici con l’impegno di destinarne l’uso ad azienda agricola. La struttura necessitava di interventi di ristrutturazione che potevano dare vita a progetti interessanti.
Nel 1997 alcuni cittadini hanno costituito un gruppo di lavoro interprofessionale che ha trasformato l’azienda agricola di Cascina Brandezzata in una residenza sanitaria destinata ai malati terminali, situata in quella che era la casa padronale e in quelle che erano le stalle e i fienili.
Il deposito degli attrezzi è diventato la sala riunioni, la casa colonica e il suo cortile vengono usati oggi per attività agricole, la dimora dove risiedevano i salariati si è trasformato in un centro di formazione e ricerca che accoglie gli studenti di medicina e specializzandi in geriatria, anestesia e rianimazione.