mercoledì,30 Ottobre,2024
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Palazzo Clerici, lasciatevi sorprendere ancora una volta

Palazzo Clerici: vi portiamo in centro, ma dove non si passa spesso

L’ingresso da una via che è poco più di un vicolo, la facciata che fa dell’ordinarietà la sua eleganza. Insomma, o lo conosci o Palazzo Clerici passa del tutto inosservato. Una piccola rientranza, quasi un sagrato, segnala il portone d’ingresso. Una piccola finezza architettonica utile a dare un po’ di agilità alle manovre delle carrozze, altrimenti difficoltose visto gli spazi sacrificati su cui affaccia la dimora.

Ben altro tenore ci aspetta negli interni perchè, se non lo sapete, siamo di fronte ad uno dei palazzi più fastosi del ‘700 milanese. Già dimora di casati d’un certo spessore, qui vivevano i Visconti di Somma Lombardo i quali decidono di vendere a Giorgio Clerici. Nobile di nuova generazione aveva ottenuto il titolo di Marchese entrando nel ghota cittadino forte delle ricchezze accumulate commerciando seta e prestando denaro non proprio a gratis.

Palazzo Clerici, lasciatevi sorprendere ancora una volta

Quanta ricchezza? Per capirci, è lui che costruisce Villa Carlotta, quella sulle rive del lago di Como. Il figlio Anton Giorgio eredita tutto in tenera età, per poi sposare una Visconti e dare il via alla ristrutturazione dell’ormai palazzo di famiglia. Le firme sono delle migliori e portano la residenza all’aspetto che conosciamo oggi.

Facciata modesta si, ma l’interno è una selva di arazzi, stucchi e ori. In quel momento lavorava in città il maestro Tiepolo. Perchè non approfittarne, avrà pensato il buon Anton Giorgio visto che Tiepolo aveva già lavorato per il nonno a Palazzo Archinto (distrutto). La volta della sala degli arazzi diventa un capolavoro, un tesoro della città di allora come della Milano di oggi.

L’opera del Tiepolo è la ciliegina sulla torta di uno dei rari esempi di barocco milanese, qui a Palazzo Clerici. Talmente esoso il palazzo che i Clerici svuotano le tasche costringendosi a rivendere a parenti. Francesco Clerici preferisce affittarlo a chi può permetterselo visto che qui alloggiano poi Ferdinando d’Asburgo e consorte, Beatrice d’Este. Resta poi in mano ai governi che si susseguono fino a quello italiano che qui ci insedia la Corte d’Appello.

Oggi è sede dell’ISPI e fortunatamente visitabile.


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