Il Seminario Arcivescovile è il seminario dell’arcidiocesi di Milano situato all’inizio di corso Venezia. Riconoscibile dal portale d’ingresso arretrato rispetto al filo della strada, è caratterizzato dalla presenza di due grandi statue raffiguranti la Pietà e la Religione realizzate dallo scultore Giambattista Casella e volute da Federico Borromeo. Sul timpano del portale è ben evidente la scritta “humilitas”, il motto borromaico.
Nato nel 1564 dal Convento soppresso degli Umiliati di San Giovanni Battista, venne usato come sede del seminario provvisoriamente posto presso piazza San Fedele. Il vecchio edificio cominciò ad essere demolito a partire dal 1571 per volere di San Carlo Borromeo e la riedificazione partì dalle aree interne.
Il portale in stile barocco venne realizzato su progetto dell’architetto Francesco Maria Richini nel 1635. Capomastro del Duomo e autore di molte chiese ed edifici di Milano e provincia, ne fece un ingresso monumentale.
Seminario Arcivescovile e l’arrivo dei francesi
Con l’arrivo dei francesi nel giugno 1796 il Seminario Arcivescovile venne trasferito nel monastero di San Vincenzino presso Porta Giovia e i suoi locali usati come carceri per i soldati austriaci catturati.
Il Seminario Arcivescovile tornò in corso Venezia durante la Restaurazione e qui rimase fino al trasferimento nella nuova sede eretta a Venegono Superiore tra il 1925 e il 1930. Fu il cardinale Schuster a volerne la costruzione: desiderava che i futuri preti ambrosiani potessero essere educati in un clima di concentrazione e raccoglimento, lontano dal frastuono della città. La struttura è davvero mastodontica, ve ne parleremo in un prossimo articolo. Il complesso di corso Venezia rimase vuoto per diverso tempo e poi destinato ad usi impropri.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’arcivescovo Colombo decise di restaurare l’intera struttura e di affittarla parzialmente a soggetti privati per poi destinarla a sede della Facoltà di Teologia.