Laura Morandotti è la Signora delle Vetrate del Duomo di Milano.
La sua ultima opera di restauro è stata quella del Finestrone 25, un capolavoro realizzato a cavallo tra il 1400 ed il 1500. “Si tratta di una delle vetrate più antiche presenti in Cattedrale e si presenta come un trittico composto da tre lancette per un totale di 38 antelli più il rosone superiore e 25 vetratine sagomate, a riempimento delle lesene lapidee“.
Milanese, classe 1951, Laura è cresciuta in un ambiente artistico. Nipote di un famoso architetto (di cui non rivela il nome…), ha avuto tra i suoi maestri anche Giò Ponti. Inizia la sua carriera come artista del vetro, disegnando e realizzando vetrate su richiesta. Arriva al lavoro di restauratrice un po’ per caso (e un po’ per arrotondare), partendo da “antelli” (ogni vetrata è composta da diversi rettangoli di vetro, detti antelli) in stile Liberty.
Incontra negli anni ’80 l’Architetto Brivio, all’epoca Direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo. Prima di iniziare a collaborare con la Veneranda, viene allestita a Palazzo della Ragione una mostra di Antelli Liberty restaurati anche da lei.
Nonostante una collaborazione trentennale, ancora oggi dice che “Lavorare sui ponteggi nel Duomo è un’estasi…“.
Per arrivare ai suoi livelli, non si finisce mai di studiare. Partecipa costantemente a tutti i Convegni sui restauri. Principalmente all’estero, poichè in questo settore sono, per la sua esperienza, più competenti in materia.
Nel cuore della vecchia Milano, in zona Crocetta, c’è la sua bottega. Entrando in questo laboratorio, si respira realmente arte allo stato puro. E’ una bottega artigiana come ne sono rimaste poche a Milano e che Laura condivide con altre artiste del vetro. Tra cui sua figlia Sara, che da diversi anni disegna gioielli in vetro e porta avanti con amore un mestiere da artigiana del vetro, come fa sua madre da 46 anni.
Una mamma speciale Laura Morandotti (mamma anche di Michele, medico), che va in barca a vela da quando ha 17 anni, scala le montagne e, spesso, si arrampica anche sul nostro Duomo, per ripulirlo dai segni lasciati dal tempo e restituircelo ogni volta più bello.