Mediglia, comune situato nella zona a sud est di Milano, si trova tra la riva destra del Lambro e quella sinistra del colatore Addetta. Per buona parte compreso nell’area del Parco Agricolo Sud Milano, è ricco di fontanili e risorgive.
L’area di Mediglia è costituita da diverse frazioni e cascine. Nella prima metà del XIX secolo era suddivisa in sette piccoli comuni: Mediglia, Bustighera, Robbiano, Mercugnano, Vigliano, Gavazzo e Canobbio, che qualche tempo dopo vennero riuniti in tre paesi ossia Mediglia a cui venne accorpato Robbiano, Bustighera e Mercugnano a cui vennero annessi Gavazzo, Vigliano e Canobbio. Nel 1868 tutti andarono sotto Mediglia con sede comunale a Triginto.
Sin dai tempi antichi l’economia di Mediglia è stata legata alla sua terra. Lungo i corsi d’acqua principali vennero costruiti dei mulini, grazie a cui i prodotti della terra venivano trasformati in alimenti quotidiani. Nel XVIII secolo vennero censiti ben 15 mulini.
Mediglia, la vecchia ghiacciaia di Milano
Un allestimento tipico delle campagne medigliesi erano le Conserve, delle piramidi di paglia poste sopra ad un bastione di terra in cui veniva scavata una fossa. Intorno ad essa si mettevano delle piante alte che mantenevano il fresco nei mesi estivi.
Erano usate per conservare il ghiaccio ricavato dai campi allagati nei freddi periodi invernali. Quando si formava uno spesso strato era il momento di fare a pezzi il ghiaccio a colpi di mazza e di trasportarlo nella ghiacciaia. Proprio da qui si pensa provenisse il ghiaccio che veniva fornito a Milano.
La salita al governo dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria promosse l’istruzione nei comuni, dove fino a quel momento fu praticamente inesistente. Con il suo intervento, attuato all’inizio dell’Ottocento, vennero aperte diverse scuole che permisero ai ragazzi medigliesi (e non solo) di avere un futuro diverso.
A Triginto in via Risorgimento si trova la chiesa di Santo Stefano promartire, risalente al XVI secolo. Al suo interno vi è la cappella dei Magi, dove è custodita una tela del ‘600 e la cappella delle Verginis, dove si trova una pala del XVII secolo raffigurante il martirio di Sant’Eurosia e delle martiri Apollonia, Agata, Lucia e Liberata.