Maschere di Carnevale ce ne sono tante. Fra non molto entriamo nel pieno dei festeggiamenti. Andiamo allora a conoscere le maschere del capoluogo lombardo.
Meneghino è uno dei simboli più famosi di Milano e una delle maschere più rappresentative del Carnevale ambrosiano. Il suo nome probabilmente proviene dai domenighini, i servi che prestavano servizio alla domenica. Meneghino è un personaggio della Commedia dell’Arte del XVI secolo e fu creato da Carlo Maria Maggi.
Nel corso del tempo impersonò diversi ruoli, dal servo al padrone, dal mercante astuto al contadino sciocco. Nel seicento meneghino riprende i nobili per i loro vizi. Durante la dominazione austriaca diventa il simbolo del popolo milanese perché in lui ci si identificava per la sua propensione alla libertà.
Oggi i milanesi sono chiamati meneghini proprio in onore di questa maschera di carnevale.
Sono una maschera innamorata
della città che m’ha creata.
Porto nel cuore la “Madunina”
e canto sempre ogni mattina.
Col panettone in una man
ché “el me’ Milan, l’è un gran Milan!”.
I più ribaldi e gli aggressori,
in ogni tempo li feci fuori.
(Tratto da “Maschere” di Domenico Volpi)
Maschere di Carnevale: La Cecca
Poi c’è La Cecca, moglie del Meneghino. Francesca detta Cecca, che si adopera per procurare al marito ciò che i suoi padroni vogliono. Cecca e Meneghino rappresentano la tradizionale coppia milanese che con buona volontà, fantasia, abilità e sacrificio riescono sempre a far quadrare i conti. Spesso viene chiamata anche Cécca di birlinghitt per i suoi vestiti decorati con guarnizioni e nastri.
Infine c’è Beltrame, la maschera di carnevale più rappresentativa di Milano prima della venuta di Meneghino. Veniva chiamato anche Beltramm de Gaggian perché proveniva da Gaggiano o Beltramm de la Gippa in riferimento all’ ampia casacca indossata dal personaggio.
La maschera rappresenta il personaggio del contadino stolto e sempliciotto che mira a mostrarsi più signore di quanto non sia le cui vicende creano spesso imbarazzo. Gli attori che lo interpretavano talvolta usavano coinvolgere il pubblico salendo sulle tavole. Da qui proviene il termine Saltimbanco.