Parola del Petrarca: siamo ai tempi dei Visconti, di Giovanni per la precisione.
Francesco Petrarca rimase a Milano da 1353 al 1361: è proprio Giovanni Visconti che lo vuole qui e gli riserva anche il compito di suo consigliere ed ambasciatore. Nei suoi scritti il Petrarca dirà di amare ogni cosa di Milano, dai suoi abitanti alle case. Quando Giovanni Visconti morì nel 1354 fu proprio Petrarca a recitare l’elogio funebre.
Tra le cose che scrisse durante il suo soggiorno milanese, vi invitiamo a leggere quanto segue perchè non solo traspare in modo evidente il pensiero del poeta, ma anche una visione di Milano di quei tempi. Buona lettura
«Abito nell’estrema periferia occidentale della città, presso la Basilica di Sant’Ambrogio.
Parola del Petrarca: ecco cosa scrisse a Milano
La casa è assai salubre, posta sul lato sinistro della chiesa; davanti a sé ha il pinnacolo plumbeo del tempio e le due torri della facciata; dietro guarda le mura della città, un vasto tratto di campi verdeggianti e le Alpi che appena trascorsa l’estate biancheggiano di neve.
Ma direi che il più dolce spettacolo che mi si offre è quello dell’altare, che io non presumo- come disse Seneca parlando all’Africano- ma so essere stato sepolcro di tanto uomo, e spesso, pieno di venerazione, contemplo nel marmo quasi viva e spirante la sua immagine, che dicono somigliantissima, sulle alte pareti.
Ciò basterebbe a compensarmi dell’essere venuto qui: mi è infatti impossibile descriverti la dignità di quel volto, la maestà di quella fronte, la serenità di quello sguardo; manca soltanto la voce perchè veda Ambrogio redivivo»