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Adeodato Bonasi, Regio Commissario Straordinario risorgimentale

Adeodato Bonasi rappresenta una figura fondamentale nella politica e nella giurisprudenza italiana dell’epoca postunitaria, distinguendosi come politico e giurista di rilievo per quasi cinquant’anni.

Nato il 25 marzo 1838 a San Felice sul Panaro, Bonasi intraprese una carriera che avrebbe intrecciato il rigore accademico e il pragmatismo politico, portandolo a ricoprire ruoli di grande responsabilità in un’Italia in continua evoluzione. Adeodato Bonasi fu un punto di riferimento per la destra storica, pur conquistandosi il rispetto trasversale di figure come Francesco Crispi e Luigi Pelloux, principali esponenti della sinistra storica e del governo conservatore.

Bonasi iniziò la carriera accademica come professore di diritto amministrativo all’ Università di Modena e Reggio Emilia e successivamente all’Università di Pisa, fino alla nomina a Consigliere di Stato nel 1886. La sua esperienza giuridica, unita all’integrità morale e alla fedeltà ai principi del conservatorismo, lo resero una figura chiave anche a livello istituzionale. Nello stesso anno in cui divenne Consigliere di Stato, Adeodato Bonasi fu eletto deputato nel collegio di Modena, carica che ricoprì per due legislature consecutive, fino al 1895.

Una delle fasi più delicate della sua carriera si aprì nel settembre del 1894, quando fu inviato come Regio Commissario Straordinario al Comune di Milano, in seguito alle dimissioni di Giuseppe Vigoni. Questo incarico giungeva in un momento di grande tensione politica e sociale: Milano era scossa da divisioni tra radicali democratici e moderati, che si opponevano alla linea conservatrice di Crispi.

Adeodato Bonasi, un politico e giurista a servizio dell’Italia

Bonasi, con il sostegno del prefetto Winspeare e di Pisani Dossi, riuscì a promuovere una coalizione liberal-moderata che coinvolgeva anche una parte dell’elettorato cattolico. L’operazione culminò nel successo delle elezioni amministrative di Milano del febbraio 1895, rappresentando un passaggio storico verso una convergenza delle forze conservatrici e moderate.

Nel 1896, Adeodato Bonasi entrò nel Senato del Regno e fu poco dopo nominato Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti nel secondo governo Pelloux. Durante questo incarico si distinse per il suo rigore e le sue convinzioni, al punto da dimettersi nel 1900 insieme ad altri ministri, causando la caduta del governo per la sua ferma opposizione ad accordi con l’opposizione. La sua intransigenza su questo fronte consolidò l’immagine di un politico coerente, fedele ai suoi ideali anche a costo di sacrificare ruoli istituzionali.

La carriera di Adeodato Bonasi raggiunse un ultimo importante capitolo quando, tra il 1918 e il 1919, fu eletto Presidente del Senato. In questo ruolo, che gli fu conferito anche in virtù della sua lunga esperienza politica, Bonasi rappresentò un baluardo di stabilità in un’epoca segnata dal primo conflitto mondiale.

Morì a Roma nel 1920, lasciando in eredità una produzione scientifica significativa: i suoi scritti e trattati giuridici, tra cui quelli su diritto amministrativo e costituzionale, rimangono una testimonianza del suo impegno per un’Italia moderna e coerente nei suoi apparati istituzionali.

Adeodato Bonasi
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