Giuseppe Mussi, figura storica e sindaco di Milano dal 1899 al 1903, incarna un momento cruciale per il radicalismo democratico italiano. Figlio di una ricca famiglia borghese nasce a Milano il 2 gennaio 1836, ed emerge come leader tenace, legato ai principi della democrazia e del federalismo repubblicano di Carlo Cattaneo. La sua vita pubblica, ricca di traguardi e impegno, segna un’epoca in cui Milano cambia volto, diventando una città simbolo di progresso e riforma.
Sin dalla giovinezza, Mussi dimostra un’acuta intelligenza e una cultura vastissima, che lo portano a laurearsi in giurisprudenza presso l’Università di Pavia nel 1860. Nonostante la sua formazione, Giuseppe Mussi non si dedica mai alla carriera legale, preferendo invece concentrarsi sulla politica e sulla pubblicazione di articoli sui principali giornali dell’epoca, come La Gazzetta di Milano, La Capitale e Il Secolo.
L’inizio della sua carriera politica lo vede impegnato come deputato provinciale di Milano e, più tardi, entrare nel Consiglio Comunale di Corbetta, diventandone sindaco tra il 1864 e il 1868 e dal 1879 al 1886. Le sue competenze e il suo spirito innovatore lo conducono ben presto a ruoli più influenti, fino all’elezione come deputato per Abbiategrasso e successivamente per Milano, dove rappresenta il partito della sinistra radicale. Con l’introduzione dei collegi plurinominali, nel 1882, Mussi si candida a Milano, consolidando ulteriormente la sua posizione nel panorama politico locale e nazionale.
Giuseppe Mussi: un sindaco visionario per una Milano democratica
Nel 1899, Giuseppe Mussi viene eletto sindaco di Milano, carica che mantiene fino al 1903. In qualità di primo cittadino, Mussi introduce riforme che segnano profondamente la vita economica e sociale della città. Una delle sue battaglie principali è la riforma della finanza locale, nella quale propone l’abolizione del dazio consumo, sostituendolo con nuove forme di tassazione diretta.
Questa politica mira a garantire una distribuzione più equa del carico fiscale, favorendo le classi meno abbienti e promuovendo una gestione delle risorse più trasparente e sostenibile. Mussi avvia anche una riorganizzazione delle amministrazioni locali, riducendo il numero di sottoprefetture e preture, nell’ottica di semplificare l’apparato burocratico e ridurre i costi pubblici.
La sua visione politica non si limita però a Milano. Giuseppe Mussi è un uomo di grande carisma e fervore intellettuale dalla forte abilità oratoria, capace di mobilitare le masse per cause sociali di importanza strategica. Tra le sue iniziative parlamentari più rilevanti, si annoverano la lotta contro la tassa sul macinato e il sostegno alla riduzione del prezzo del sale, misure che intendevano alleggerire il carico fiscale sulle classi popolari.
All’interno del contesto politico dell’epoca, contrassegnato da divisioni e tensioni ideologiche, Mussi rappresenta una voce progressista e di rottura, schierandosi con repubblicani, socialisti e altri movimenti democratici contro le politiche autoritarie del governo Crispi.
Questo impegno lo porta anche a fondare la Lega per la difesa della libertà, movimento che riunisce oppositori di vari orientamenti, accomunati dalla volontà di tutelare i diritti civili e le libertà fondamentali. Inoltre, la sua influenza cresce anche all’interno della Massoneria, dove cerca di far espellere Crispi, accusato di avere posizioni troppo clericali.
L’opera di Mussi prosegue anche in ambito filantropico, contribuendo alla creazione di una rete di istituzioni assistenziali e laiche. Convinto sostenitore dei diritti dei lavoratori, propone riforme per garantire salari dignitosi e una previdenza sociale per gli operai. Questi interventi fanno di lui un simbolo del radicalismo lombardo, impegnato a migliorare la qualità di vita degli strati più deboli della società.
Quando lascia la carica di sindaco nel 1903, Giuseppe Mussi è ormai divenuto una figura di riferimento nel panorama politico milanese e nazionale. Viene nominato senatore nel 1901, riconoscimento della sua dedizione alla causa democratica e della sua capacità di interpretare i bisogni di una città in piena espansione industriale e sociale.
Giuseppe Mussi si spegne il 18 agosto 1904 a Baveno, lasciando un’eredità significativa. A Milano, il suo impegno è ricordato da una via che collega Corso Sempione a Piazza Gerusalemme, un tributo alla sua dedizione alla città e ai suoi ideali.