Inganni, negli anni in cui andavo a scuola era il capolinea della metropolitana rossa. Poi arrivò Bisceglie…
Miei ricordi a parte, la fermata della metro così come la via, sono intitola ad Angelo Inganni, pittore nato a Brescia agli inizio del 1800.
Fu il padre a volerlo a bottega fin da piccolo: qui iniziò ad occuparsi di dipinti a soggetto sacro, visto che il padre era molto richiesto dalle chiese della zona.
Durante il servizio militare non smise di dipingere: ogni occasione era buon per prendere il pennello e disegnare. Questa sua passione non passò inosservata: il maresciallo Radetzky gli chiese un ritratto e il lavoro fu talmente ben accolto che come riconoscimento venne dispensato dalla leva e fa in modo che venga iscritto all’Accademia di Brera.
Inganni, una via, una fermata, un pittore
Dall’accademia a via San Marco la strada è poca e qui il nostro Angelo Inganni apre il suo showroom, come lo chiameremmo oggi e in poco tempo diventa uno dei più apprezzati vedutisti: le richieste arrivano da ogni parte del regno (il lombardo-veneto) e non solo.
Quello che caratterizza i suoi lavori sono i dettagli: guardando per esempio i suoi dipinti delle zone di Milano, si nota con assoluto piacere quanto fosse attento a “riprendere” con fedeltà quello che aveva davanti agli occhi.
Nel 1845 si occuperò degli affreschi prima della chiesa di San Marco e poi San Carlo al Corso, senza però lasciare i suoi amati dipinti. In seguito alla morte di sua moglie, dopo essersi trasferito a Gussago, si risposa con una sua allieva.
Muore nel 1880 lasciando incompiuto un dipinto dedicato alla Cinque Giornate.
Qui sotto due sue opere a cui si aggiunge quella di copertina: l’invito che vi faccio è quello di cercare sia sul nostro sito che altrove altre opere di questo incredibile pittore: è grazie ad Inganni infatti se riusciamo a volte a rivedere il passato della nostra città ed averlo così bene evidente.