Carlo Maciachini nasce a Induno Olona il 2 aprile 1818 da una famiglia molto umile. A vent’anni si trasferisce a Milano e lavora nella bottega dell’ebanista Carlo Invernizzi cominciando nel contempo a frequentare i corsi di architettura e ornamento presso l’Accademia di Brera.
Provato dalle ristrettezze economiche riuscì finalmente a diplomarsi architetto a 43 anni. Ebbe l’opportunità di incontrare eminenti personaggi del secolo. Nel 1857 realizzò il letto a baldacchino dove Francesco Giuseppe e la moglie, la principessa Sissi, dormirono quando vennero ospitati a Palazzo Reale di Milano.
A Trieste, nel 1869, realizzò la chiesa di San Spiridione con pianta a croce greca. Ma l’opera più importante da attribuire a Carlo Maciachini fu senza ombra di dubbio il Cimitero Monumentale di Milano. Camillo Boito, docente di architettura a Brera, fu determinante nella decisione di assegnare a lui il premio del concorso per la costruzione per il nuovo cimitero di Milano.
Carlo Maciachini, l’architetto
Il Cimitero venne inaugurato il 2 novembre 1866 e fu un’opera ambiziosa in stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici. Col passare del tempo il Monumentale ha accolto creazioni di scultori quali Adolfo Wildt e Giulio Ulisse Arata, le spoglie di artisti come Gerolamo e Domenico Induno, di scrittori illustri come Alessandro Manzoni.
Dopo il Monumentale Carlo Maciachini continuò ad occuparsi della costruzione e ristrutturazione di edifici funerari sia a Milano che in altre città della Lombardia. A Induno Olona mise mano all’ampliamento della Chiesa di San Giovanni Battista.
Successivamente si occupò della riprogettazione della facciata del Duomo di Pavia, opera del Bramante. Costruì poi la sua stessa abitazione in via Turati che però venne distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Carlo Maciachini morì il 10 giugno 1899 e venne tumulato nel Cimitero Monumentale. A lui è stato dedicato il piazzale sulla circonvallazione di Milano.