giovedì,21 Novembre,2024
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Lorenzo Mascheroni, la via del matematico della Geometria del compasso

Si chiama Lorenzo Mascheroni la strada che intersecando via Pagano e via Lodovico Ariosto arriva dritta come una retta in via Boccaccio.

Il riferimento alla geometria non è un caso: Lorenzo Mascheroni fu un valente matematico che riuscì a dimostrare la possibilità di risolvere col solo compasso i problemi alla base di tutte le costruzioni geometriche, spiegati sino a quel momento con l’ausilio di riga e compasso.

Nato a Bergamo nel maggio del 1750 studiò filosofia e teologia in seminario, dove venne ordinato sacerdote nel 1774. Iniziò ad insegnare retorica e filosofia, che all’epoca comprendeva logica, metafisica e fisica, dedicando del tempo anche allo studio per le scienze sperimentali e l’analisi matematica.

A trentasei anni ottenne la cattedra di algebra e geometria all’Università di Pavia di cui diventò rettore tra il 1789 e il 1793. I riconoscimenti in quegli anni non tardarono ad arrivare: fu nominato Accademico di Padova, membro dell’Accademia Reale di Mantova e della Società Italiana delle Scienze.

Lorenzo Mascheroni, la via del matematico della Geometria del compasso

Lorenzo Mascheroni fece studi basati sulle tecniche del calcolo differenziale e scrisse trattati sull’equilibrio delle volte e delle cupole, che nell’Ottocento vennero utilizzati per la realizzazione della cupola del Duomo di Bergamo.

Il lavoro più conosciuto di Mascheroni è La geometria del compasso del 1797 in cui lo studioso dimostra che le costruzioni geometriche realizzate con riga e compasso possono essere ugualmente create utilizzando unicamente il compasso, ammettendo però che una retta sia costruita una volta che ne siano stati definiti due punti.

Lorenzo Mascheroni non fu solo un matematico ma anche un letterato la cui opera più celebre è Lesbia Cidonia, un’epistola scritta con la volontà tipica dell’Illuminismo di diffondere la cultura scientifica fra la gente comune.

Eletto deputato della Repubblica Cisalpina nel 1797 venne mandato a Parigi a far parte della commissione incaricata di stabilire definitivamente la lunghezza del metro. Nel luglio del 1800 passò a miglior vita nella città francese, impossibilitato a tornare in Italia a causa dell’occupazione austriaca di Milano.

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