Macedonio Melloni è stato un fisico e un patriota. Nasce a Parma nel 1798. Frequenta l’Accademia di Belle Arti a Parma e approfondisce privatamente le conoscenze di fisica e matematica sotto la guida del matematico Antonio Lombardini. Nel 1819 si trasferisce a Parigi per apprendere l’arte dell’incisione e seguire le lezioni di matematica e fisica presso l’Ecole Polytechnique.
Tornato a Parma Macedonio Melloni viene nominato professore della cattedra di fisica teorico-sperimentale all’Università locale. Le sue ricerche di fisica lo spingono ad affrontare lo studio del calore radiante (raggi infrarossi). Nel 1830 manifesta pubblicamente il suo compiacimento per la cacciata del re di Francia Carlo X. Questo gesto gli costa la destituzione dall’incarico di docente.
L’anno successivo entra a far parte del governo provvisorio rivoluzionario ottenendo l’appoggio dei suoi studenti. Con la restaurazione del governo ducale si trasferisce prima in Francia e poi a Ginevra. Qualche tempo dopo presenta all’Académie des Sciences di Parigi un grande lavoro sul calore radiante che gli fa guadagnare la medaglia Rumford.
Macedonio Melloni, un nome che sa di… nascite
Tornato in Italia Macedonio Melloni si stabilisce a Napoli per dirigere l’osservatorio e il conservatorio di arti e misteri. Fa collocare l’osservatorio sulle pendici del Vesuvio. Si impegna in prima persona nella realizzazione di una serie di fari lungo le coste del Regno delle Due Sicilie. Si tratta di lenti rifrangenti messe in sostituzione degli specchi riflettori usati fino a quel momento.
Viene istituita una commissione per i fari dove Macedonio Melloni è presidente e dove viene messa in progetto l’istallazione di fari rifrangenti in tutto il Regno. Nel 1850 pubblica un libro dove illustra le caratteristiche delle sorgenti di calore radiante, ne definisce un metodo per tararle e analizza la trasmissione del calore radiante nel vuoto e nell’aria tramite sostanze differenti.
A causa della sua partecipazione ai moti del 1848 viene destituito da tutte le sue cariche. Macedonio Melloni muore a Napoli nell’agosto del 1854, vittima dell’epidemia di colera asiatico che si diffuse in quell’anno nella città.