Torquato Taramelli, oltre ad essere la via nei pressi di piazzale Lagosta che congiunge Via Pola con piazza Appio Claudio, è il nome del geologo e accademico italiano che, insieme ad altri illustri colleghi, ha dato origine alla Nuova Geologia che ha portato questa disciplina a livelli europei.
Nasce a Bergamo nel 1845, frequenta il collegio Ghisleri e si laurea in scienze naturali presso l’Università di Pavia, dove conosce il professor Antonio Stoppani con cui condivide la passione per le scienze naturali e l’alpinismo.
Grazie a lui, che segnala il suo nome all’amico e commissario governativo per il Friuli Quintino Sella, viene chiamato ad insegnare scienze naturali al Regio Istituto Tecnico di Udine dove rimane fino al 1874. In facoltà conosce il collega geologo Giulio Pirona insieme a cui condivide l’interesse per la sismologia e la passione per l’esplorazione del territorio friulano.
Torquato Taramelli oltre ad essere un geologo competente è anche piuttosto abile a disegnare. Sfrutta questa dote per la preparazione e pubblicazione di molte carte geologiche rilevate in precedenza. Tra i suoi impegni più importanti spicca la collaborazione per la progettazione della Carta Geologica d’Italia che fu tutt’altro che semplice.
Nel 1862 Sella viene nominato direttore del rilevamento delle Carta e nomina Stoppani responsabile dei lavori sul territorio. Preso da altre vicende Sella lascia cadere il progetto pur rimanendone il responsabile politico. Quasi 5 anni più tardi il Ministero dell’Agricoltura mette in mano il lavoro al geologo toscano Iginio Cocchi provocando polemiche da parte di Sella, che si ritrova privato di un compito a tutti gli effetti di sua competenza.
Caso vuole però che, poco tempo dopo, il Ministero dell’Agricoltura abbia urgenza di ricevere velocemente informazioni sulla geologia delle province del Regno e chi se non Taramelli, aiutato da Pirona, avrebbe potuto fornire una memoria dettagliata del Friuli perfetta? Questo fu il primo passo che portò all’estromissione di Cucchi dal progetto.
Con l’intento di portare a compimento un lavoro di tale calibro e comprendendone la difficoltà, il geologo cerca aiuti finanziari per il rilevamento e la pubblicazione della sua Carta del Friuli. La mancanza di fondi impedisce ogni iniziativa concreta. Nel 1877 Torquato Taramelli deve desistere: viene emesso un regolamento che esclude dal progetto le collaborazioni coi privati e con i docenti universitari. Ogni possibilità sfuma.
Torquato Taramelli muore a Pavia nel 1922. Nella sua lunga carriera è stato presidente della Società Geologica e membro di diverse società scientifiche nazionali ed internazionali.
Un’aula del dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università di Milano situata in via Mangiagalli porta il suo nome.