Uscito giovedì 14 ottobre 2021 Ad un passo dalla luna, il nuovo singolo de La Belle Epoque. In questo brano, alcune cose accadono semplicemente perché devono accadere. Giuste o sbagliate, buone o cattive. E noi in un impegno costante nell’affrontarle, per sentirci adatti ad ogni contesto. Ma se fuori fa paura non andartene, c’è sempre una soluzione. C’è tutto il tempo.
Dopo “Tutto quello che saremo” un secondo nuovo singolo ad anticipare l’album di prossima uscita per La Belle Epoque. Un brano intenso in cui un’arrogante sezione ritmica si scontra con le suadenti e malinconiche melodie di chitarre e tastiere. Serve lasciarsi trasportare e perdersi completamente in questo piccolo allunaggio moderno.
La Belle Epoque a Porta Venezia
Li abbiamo portati ai Giardini di Porta Venezia, ed ecco cosa ci hanno raccontato!
Che tipo di rapporto avete con la città di Milano?
Milano rappresenta la “Metropoli”: grande, veloce, multisfacettata e dalle mille opportunità, specie per noi che veniamo dalla provincia. La osserviamo con ammirazione ed allo stesso tempo con una sorta di timore reverenziale, tipico di chi come noi ha un po’ paura di perdersi nel caos della città.
E quali luoghi, magari luoghi dove avete suonato, vi sono particolarmente cari?
Isola, Brera e i Navigli sono i quartieri che più ci affascinano e di cui apprezziamo molto il rapporto ed il delicato equilibrio tra antici e moderno. Città Studi ci ha accolto da universitari. Ortica ci ricorda le atmosfere di provincia e ci sorprende per la sua Street-art. Lì ad esempio abbiamo suonato all’Impronta Birraia, un locale moderno, acusticamente complesso, ma che ci ha lasciato bellissimi ricordi. O come non citare lo storico Spazio Ligera in viale Padova purtroppo sconfitto dalla pandemia.
E di dove vi abbiamo portato oggi, Porta Venezia, che ci dite?
(Daniele) Porta Venezia era una delle “gite” tipiche nei weekend autunnali di quando ero bambino: metropolitana verde da Gessate, cambio a Loreto e visita al museo di Scienze Naturali. Percorrere le sale che ormai si conoscevano a memoria, correre nel parco tra le foglie cadute dagli alberi e poi un gelato prima di riprendere la metro. Un ricordo di infanzia.
Quanto siete in contatto con la scena locale? C’è qualche band lombarda che apprezzate particolarmente?
Ci piace molto confrontarci con le altre band, ricondividere le loro uscite discografiche, creare collaborazioni e, se possibile, condividere serate. Ascoltiamo di tutto e non ci poniamo preconcetti. Apprezziamo chiunque creda profondamente nel proprio progetto. Fare nomi sarebbe davvero riduttivo.
Quale sarà il mood e il concept del vostro nuovo disco in arrivo?
Se con il primo album “Il Mare di Dirac” volevamo trasmettere una spiccata attitudine live ed una certa immediatezza nei testi, con questo nuovo disco abbiamo lavorato nella direzione esattamente opposta. I testi si fanno profondi ed il dialogo con le seconde voci li valorizza ulteriormente. Una canzone deve e vuole suscitare sentimenti anche differenti a seconda della persona che la ascolta e dello stato d’animo nel quale si trova l’ascoltatore. Gli arrangiamenti sono molto più stratificati: le tastiere si ritagliano uno spazio importante nella composizione, basso e chitarra limitano gli interventi, pur senza rinunciare alle distorsioni. Anche il progetto grafico a supporto dell’album va in questa direzione: minimale nella resa ma stratificato nel suo messaggio.
Avete già qualche concerto in programma? Prossimi piani?
Proprio in questi giorni stiamo lavorando per definire delle date di presentazione per suonare il disco live e per raccontarlo a chi vorrà venire ad ascoltarci. Naturalmente la pandemia ha creato una situazione estremamente complessa per le realtà locali, ma siamo fiduciosi in questo nuovo inizio, le idee in cantiere sono molte e non ci lasciamo sicuramente abbattere! Quindi seguiteci sui nostri svariati canali social per rimanere sempre aggiornati.