Milano è una città densa di cantautori e sentimenti, spesso contrastanti. E ancora una volta, abbiamo scelto cinque progetti con base a Milano, per raccontarla: siamo partiti da lontano da Lisbona, per sentire la mancanza della routine e la sua frenesia, i suoi amori spesso superficiali e quella che, inevitabilmente, chiameremo casa.
Alzate il volume!
“Una casa a Lisbona” de Il Metz
https://open.spotify.com/intl-it/album/4PK9QBWtLsI5CPOQZZz6TH?si=imwmGkLRSaqD64W9JZy7iQ
E come spesso accade, solo quando si va lontano da Milano ci si trova a capire quanto accogliente sia questa città, fatta di contraddizioni e velocità. E Il Metz, cantautore di Sesto San Giovanni, attivo ormai da tempo, ha pubblicato da pochissimo un nuovo singolo, squisitamente estivo e malinconico, di quell’estate che non è mai invadente e spesso sa di lenzuola e caffè, dal titolo “Una casa a Lisbona”. Un respiro estivo cha racconta un viaggio in Portogallo, uno di quelli da cui non si tornerebbe più, anche quando tornare è necessario. Tornare a Milano, per tornare alla vita di sempre, quella vita che ci permette di apprezzare quella casa a Lisbona, condita di un cantautorato à la Scuola Indie, ma di quelli che potrebbero piacere anche a noi boomer.
Una canzone spontanea, appoggiata, senza fretta e senza troppi vestiti e ha al suo interno ha tante influenze magari velate ma provenienti da musica che appartiene al Metz, come il suono della Motown o l’R&B. Già anticipato da “Non importa“, incontriamo di nuovo l’alter ego musicale e cantautorale del produttore Matteo Maltecca che qui ci accompagna così verso un nuovo disco.
“Tachicardia e sigarette” de Il Generatore Di Tensione
https://open.spotify.com/intl-it/track/5Lg08QNbmir4cLKdn5XeYr?si=b5ce24eaad8c4576
E sempre pensando a Milano, forse non c’è definizione migliore che possiamo appioppare a questa città che sia “Tachicardia e sigarette”, un brano de Il Generatore Di Tensione. Duo di Bologna che però bazzica spesso a Milano, luogo di scambi e concertini in casa, feste per fuori sede e giuste distanze. Il Generatore Di Tensione ha appena pubblicato un nuovo singolo dal titolo “Crescere perdersi”, dove è contenuto questo pezzo, che sembra opporsi alla frenesia, a tutte queste persone che vanno e vengono, un disco ecologico che sa di silenzio e buoni sentimenti, lontano dalla tachicardia di Milano, e tutte le sigarette che i ragazzi di provincia iniziano a fumare lontano da casa.
Con la matrice distintiva de Il Generatore di Tensione, duo che fonde cantautorato, indie e rap, questo disco affronta le tematiche che si legano al diventare adulti, all’innamorarsi, al sentirsi artisti. Lo fa sottovoce: due voci e una chitarra. L’EP esce da indipendenti dopo l’esperienza con Pressing Line, etichetta di Lucio Dalla, che li ha portati ad essere ospiti speciali al MEl. Un disco che sa di casa, anche quella lontana, anche quella di Milano, quella fatta di chitarre acustiche portate in metropolitana e amici che sembrano quelli di una vita, di mille cose in una singola giornata e troppi caffè, uno sfondo caotico ed emotivo, per chi invece fuori sembra totalmente impassibile, come Milano, come questi due ragazzi di cui vi innamorerete.
La Milano dei cantautori, attraverso 5 brani indipendenti
“From Paris To Amsterdam” di Milo Scaglioni
https://open.spotify.com/intl-it/track/06KrdHN2zEbFYeyJCqllMD?si=74f2e93c69234371
Questo è il brano più rappresentativo dell’ultimo disco di Milo Scaglioni, un singolo che non è un singolo, con strascichi psichedelici in un brano di oltre sette minuti. Questo brano racconta una fuga lontana da Parigi, per un ultima notte d’amore, una notte che sappiamo già essere l’ultima, e che accettiamo volentieri come tale. “From Paris To Amsterdam” di Milo, che ha abitato un po’ ovunque ma oggi è a Milano, è un piccolo inno all’amore vero, quello che si consuma nei viaggi, con una chitarra dietro e poche parole, ben lontano a Milano e dalla sua frenesia di dating, persone, e bulimia sociale.
Milo Scaglioni si rivela qui, in questo disco uscito ormai da oltre un anno, dal titolo “Invincible Summer” e che contiene anche “From Paris To Amsterdam”, un milanese atipico, che ama poco i social e che anzi, idealmente rincorrerebbe una ragazza fino ad Amsterdam per un ultimo saluto, come un romantico di quartiere che a Milano prenderemmo in giro. Gli ingredienti? Malinconia, folk-rock, un piglio internazionale e una voce rotta come se stessimo per scoppiare a piangere, una Milano lontana e più calma, di chi passa le giornate a guardare la frenesia dalla finestra e ruba i baci alle fermate del tram.
“Sto bene a casa” di Magma
https://open.spotify.com/album/0kWH2OWRVhEz8wdiwvH5v6?si=XGiU5i5mRWuEUSR4PbJiHQ
Florinda Venturella, in arte Magma, è una cantautrice di origine siciliana, ma vive a Milano da molti anni. Ed è proprio nella title track del suo EP d’esordio, “Sto bene a casa”, che troviamo un riferimento alla città d’adozione di questa promettente artista: “Milano mette per la testa strane idee, mi chiede di ballare in mezzo alla sua fretta. Avremo sempre un’altra casa da trovare e una vita da arredare.”.
C’è poco di estivo nel sound che accompagna la musica di Magma, ma in qualche modo le sue parole ci riportano alla mente le estati trascorse in città ai tempi della scuola. Il quartiere di San Siro, improvvisamente, si popolava di vita per la stagione dei concerti. E nella breve pausa tra un evento musicale e l’altro, tutto tornava ad essere pigro. Milano, sempre così frenetica, nel caldo asfissiante diventava quasi più accogliente.
Era una casa in cui stavamo bene, profondamente bene, e anche se tutti non vedevano l’ora di partire verso il mare, noi non avevamo paura di dire “sto bene a casa”. Ed è proprio tra le mura di quel posto che più di tutti vi sentite di chiamare “casa” che vi consigliamo di ascoltare questo disco: può essere la casa in cui siete cresciuti, o quella di un parente o del vostro migliore amico d’infanzia. Senza fretta, prendendovi il tempo di sentire prima ancora di ascoltare.
“Teo” di Pit
https://open.spotify.com/album/1W9e5LGjoQRSiwdhzDBXPz?si=qCvfa39JTcWNgYnaMaxDSw
È un’estate arancione, struggente e delicata quella di cui ci parla Pit nel suo album di debutto. Pur mantenendo delle sonorità energiche, pregne di influenze pop e urban, si percepisce chiaramente il sapore della nostalgia. “Teo” prende il titolo dal nome di un caro amico di Pit, prematuramente scomparso in una giornata di agosto.
Nelle istantanee che l’artista ci presenta nel suo disco c’è tutta la volontà di trovare una nuova ragione di vita, una nuova energia, un nuovo sguardo per tornare a godere degli stessi tramonti infuocati di una volta. Pur in una chiave diversa, questo disco ci riporta alla mente la nostra ultima estate nel quartiere Bicocca.
L’ultima estate prima di lasciarsi per sempre alle spalle la vita universitaria, quell’estate in cui ogni sorso di birra sembrava improvvisamente più buono e più fresco, proprio perché sapevamo che non ne avremmo condivisi molti altri con gli amici di allora. Tutti abbiamo vissuto una “ultima estate” e sicuramente ne vivremo molte altre. In qualche modo, però, quelle ultime volte non sono mai veramente la fine di qualcosa, ma solo il preludio di altri inizi che affronteremo con altri occhi e altre consapevolezze.